Ebbene sì. Riprendo a scrivere perché dopo gli ultimi eventi era davvero difficile starsene zitti a guardare. Partiamo dai numeri che sono sempre ispiratori: in Italia abbiamo negli ultimi anni collezionato un debito pubblico spaventoso, frutto di una spesa incontrollata, che significa aumento degli interessi passivi da pagare al sistema bancario. Frutto di politiche miopi e di breve termine, spesso attuate per rincorrere i risultati della campagna elettorale successiva. Non si è creato un posto di lavoro in più - anzi - se guardiamo alle statistiche Istat di ieri sono aumentati gli inattivi, cioè quella categoria di "disperati" che il lavoro hanno smesso di cercarlo. Siamo difronte a uno scenario pressoché catastrofico sul versante della stabilizzazione dei posti di lavoro: finito infatti l'effetto del bonus fiscale, sono tornati a crescere i contratti a tempo determinato. Traducendo ancora, per ottenere un mutuo, un "prestitino", anche per pagare le tasse, si deve consegnare alla banca l'estratto conto delle movimentazioni finanziarie di sè e dei fidejussori nei tre anni precedenti. Assistiamo inermi allo sgretolamento del sistema industriale, senza una strategia di lungo periodo, senza ricerca e sviluppo di nuove produzioni.
L'Europa politica, sogno di molti, si sta disgregando e sta prevalendo sul fronte dei rapporti con gli operatori economici (sempre i soliti) , una scia di corruzione più organizzata e potente di prima. Sul fronte sociale, una cattiva gestione dei flussi migratori e la mancanza di lavoro, sta portando a guerre tra poveri, tra chi urla "prima gli italiani" e masse analfabete di disperati in fuga dal continente africano e dal mondo islamico. Mentrre tra i lupi - diceve Enzensberger - regna da sempre "profonda armonia".
In tutto questo scenario di degradazione morale, sociale e culturale non ho sentito una persona nel centro-sinistra alzare la testa. E non parlo del solito lamentoso e inutile sfogatoio delle nostre terapie di gruppo, dove urliamo un po' contro le ingiustizie per sentirci più in pace con la coscienza. Per alzare la testa intento al contrario, una rinascita culturale e civile, una presa di coscienza organizzata di quei valori di umanesimo, laico e cattolico, di filosofia occidentale, di pensiero sindacale e socialista che hanno ispirato l'Europa nel 900. Una rinascita che parta dalle ceneri di questa catastrofe, di questo sbaglio della storia, dove i militanti del PD scambiano il leaderismo autoritario con un valore della sinistra.
Mi si dirà, ma non c'è alternativa, chi c'è di là?: i Cinquestelle? D'Alema? la sinistra litigiosa dei partitini condannati all'irrilevanza? Ecco, in questi interrogativi, si rivela il conservatorismo reazionario della nostra base: la gioventù non è un dato anagrafico, mi diceva un vecchio maestro e amico follonichese che mi spinse follemente a candidarmi nel 2009 alle primarie, ma una valore che si conquista con il passare degli anni. E i giovani - al contrario dei conservatori, vecchi, lamentosi e reazionari della nostra base politica, hanno il coraggio e la follia che serve per aprire una crepa e far entrare un po' di luce nuova.
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