Questa è una mia lettera inviata alla redazione provinciale del Tirreno, in risposta ad un editoriale di Gabriele Baldanzi, che ha avuto scarso risalto e che ripubblico qui volentieri. Perché è l'ora di resettare le politiche fallimentari che ci hanno portato alla sconfitta (come centro-sinistra locale): oltre a chiedere la testa dei dirigenti ( i primi responsabili) si deve capire quali politiche sono utili per migliorare i territori.
Il link lo trovate qui.
In sostanza propongo il modello Follonica come un buon esempio di amministrazione e di politica (scuole nuove, parco centrale, abbassamento tari ai bar e ristoratori, compattezza politica nelle primarie (niente bande armate pronte a scannarsi per poltrone), ma che sul livello provinciale ha trovato scarsa fortuna, quando addirittura ostacoli e guerre (vedi inceneritore e nuovo modello gestione dei rifiuti).
Ecco l'articolo:
In risposta all’articolo apparso
sulla stampa locale firmato da Gabriele Baldanzi, come dirigente provinciale e
co-fondatore di questo partito volevo esprimere il mio punto di vista sulla
sconfitta annunciata del mio partito, non mi importa se si dirà - con la solita stanca formula - che le opinioni vanno esternate nelle sedi
opportune.
Al congresso (che spero sarà una
costituente) intanto si dovrà parlare di politiche e non di politici. Come
giustamente ricordava il caporedattore, spero che l’orribile spettacolo dei divanetti delle
assemblee provinciali, dove si consumavano le risse tra i “potentati” finiscano per sempre e che si riparta da
rapporti più orizzontali, fondati su un progetto politico serio, pragmatico e
ben circostanziato di cosa si deve fare per questo territorio. Non credo che la
soluzione sia individuare un giovane delfino – per quanto bravo e preparato – a
rappresentare la futura segreteria. Questa retorica del giovane non serve ai
territori, serve un programma e un progetto forte da far scrivere soprattutto
agli amministratori e giovani dirigenti (meglio se under 40) .
Follonica è diventata (per
sfortuna) ora la prima città PD nella ex
Provincia e deve – a mio avviso – poter
dire la sua in questa costituente.
Che fare allora?
Intanto si deve iniziare a
conciliare equità e innovazione, mettendo a frutto le lezioni della vecchia
sinistra con le moderne sfide tecnologiche europee: vi sembra normale che
Follonica non abbia ancora la fibra ottica in zona industriale o che i
pagamenti dei tributi non si possano fare online nei siti dei comuni? E dire basta
con le partecipate che poi vanno in perdita il giorno dopo, come il caso di
Netspring ad esempio.
Poi bisogna ripensare i distretti
sanitari e le gestioni associate tra comuni. E’ forse giusto che per
un’ecografia da Follonica si debba andare a Castel del Piano? Forse i comuni
della costa hanno in comune bisogni economici e socio-sanitari diversi
dall’entroterra. Non si può mettere insieme pere e mele. Ma per far questo
occorre dare maggiore libertà (e sostegno politico) alle amministrazioni
dell’Alta Maremma per intraprendere concretamente gestioni associate dei servizi economici e sanitari
con la val di Cornia.
Infine iniziamo a dare un respiro
diverso alla questione sviluppo industriale nel territorio, non si può
continuare a parlare di inceneritore e basta. Aggiorniamoci. Iniziamo a favorire la nascita di centri di
ricerca e spin-off, sia nel settore dell’agroalimentare, sia in quello dei
servizi digitali che mettano insieme le piccole aziende e la p.a . Si deve insomma creare occupazione facendo
sistema con le forze economiche che ci sono ma non sanno dove sbattere la
testa.
Andate a fare un salto nei centri
per l’impiego territoriali per capire quanto siamo lontani dai servizi
efficienti per promuovere l’occupazione.
Quindi prima di parlare di nomi e
successori, io preferirei iniziare a parlare di questo, in un confronto libero
e pacifico di idee.
Poi se si vuole ritornare a
discutere di nomi, che da soli non cambiano
il territorio e non si occupano di cose concrete, continuate pure voi.
Ma la sconfitta così sarà certa.
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