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Rifiuti: la solita vecchia storia.

E' brutto dire "l'avevamo detto" che la gestione dei rifiuti non funzionava, che così non poteva andare e altre amenità. Si appare a volte  supponenti. Ma delle decine di articoli scritti sull'argomento, mi limito a citare questo ultimo. 
Pensa che il primo post è del 2008 (otto lunghi anni) e allora ero giovane democratico, entusiasta e scapigliato.
Innanzitutto credo che la riflessione sulla questione giudiziaria vada accantonata, perché sono costituzionalmente garantista e perché non credo che la politica si faccia commentando le ordinanze di custodia cautelare dei gip. Tuttavia registro che da quel post del 2008 di acqua ne è passata sotto i ponti: nel mezzo c'è stata la gara per il gestore unico dei rifiuti, il Comune di Follonica ha perso completamente (a vantaggio dei senesi) la sua rilevante quota  del COSECA e si è formato sei Toscana, vincitore della super gara indetta dal nuovo ATO. Le politiche inceneritoriste di ex Provincia di Grosseto, ATO e - sottolineo - Regione Toscana, sono naufragate in una sequenza impressionante di sentenze di annullamento delle autorizzazioni date, da Viareggio a Scarlino passando per l'ultima sentenza di Case Passerini a Sesto Fiorentino; inoltre la linea dura sposata dalla regione sulla costruzione di impianti di combustione che davano ben poche sicurezze alle popolazioni residenti,  ha finito per aumentare notevolmente la conflittualità con i territori, facendo perdere in molti casi le amministrazioni che la sostenevano: un case study è quanto è accaduto a Sesto, dove addirittura la presidente dell'ANCI regionale è stata sconfitta. Va infine aggiunto che queste politiche hanno portato ad infrazioni nei confrionti della la normativa europea e - udite, udite - all'aumento dei costi nelle nostre bollette senza un miglioramento oggettivo dell'impiantistica (in grado di creare economie di scala e abbassare il costo dello smaltimento attraverso il riciclo). 
Insomma, in poche parole, è stato un disastro. 
Va inoltre sottolineato il crescente malumore dei cittadini verso strumenti come il "porta a porta" che risultano oggi essere la migliore soluzione possibile per evitare la discarica e il disastro ambientale. Allora forse sarebbe auspicabile, anche alla luce dei fatti recenti,  una seria riflessione sul modello gestionale da attuare. Forse l'impiantistica si può ancora pensare su aree vaste, ma deve essere leggera e verde, come ci chiede la UE: non interessa che sia pubblica o privata, basta che sia efficiente. 
Forse lo spazzamento e la gestione delle tariffe può essere lasciata invece ai comuni o a unioni di comuni, che devono rispondere direttamente ai cittadini, invece che accentrarla su soggetti distanti 100 km (vedi SEI toscana) che decidono a quali soggetti subappaltare. Ma sono riflessioni che richiederanno un supplemento di impegno di tutte le amminsitrazioni: non c'è dubbio che il sistema così come è vada cambiato e vadano pensate le soluzioni milgiori per l'ambiente, i cittadini e le loro tasche.
Insomma, mi ero ripromesso di parlare meno di questi argomenti, ma non possiamo fare come gli struzzi e mettere la testa - stavolta - sotto un mare di rifiuti. 

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